La Chiropratica nasce negli Stati Uniti d’America alla fine del 1800 e nel secolo successivo si espande gradualmente al resto del mondo. Essa è attualmente la terza disciplina sanitaria più praticata negli Stati Uniti dopo medicina e odontoiatria. Nella prima metà del XX secolo diventa sempre più parte integrante dei sistemi sanitari dei vari stati del Nord America e dell’Australasia, tanto da passare da medicina alternativa a medicina complementare accanto alla medicina tradizionale. Nella seconda metà del XX secolo si diffonde anche nel resto del mondo ed in Europa.
Anche in Europa la Chiropratica a partire dagli anni 60-70 ha avuto un favorevole sviluppo. Nei paesi scandinavi essa è parte integrante del SSN ed i pazienti possono ricevere il rimborso dalla sanità pubblica per le visite effettuate dal chiropratico. Quest’ultimo può dispensare giorni di malattia dal lavoro, prescrivere esami diagnostici, prescrivere una certa categoria di farmaci.
In Svizzera, nazione con il sistema sanitario tra i più avanzati al mondo, la Chiropratica è considerata una professione medica. All’Università di Zurigo, i futuri medici e chiropratici studiano assieme per poi dividersi nella specializzazione. Le cure chiropratiche sono pagate per intero dall’assicurazione obbligatoria svizzera, l’assicurazione primaria che tutti i cittadini svizzeri sono tenuti ad avere. Il dottore chiropratico può prescrivere farmaci antidolorifici ed antiinfiammatori.
Anche in Inghilterra la Chiropratica è stata riconosciuta come professione sanitaria primaria negli anni ’70 e gode di una regolamentazione ad hoc. Sono presenti 4 Università di Chiropratica riconosciute dal European Council on Chiropractic Education ECCE.
Un riconoscimento pieno e regolamentato dalla legge è presente anche in Francia, Belgio, Danimarca, Liechtenstein, Malta, Portogallo e Italia.
Ed appunto veniamo quindi al paradosso tutto italiano. In Italia, dopo decenni di richieste di riconoscimento, la Chiropratica è stata riconosciuta dal Disegno di Legge del 24\12\2007 n244 art.2 (Scarica il PDF) in cui si riconosce la Chiropratica come professione sanitaria di grado primario con diritto alla diagnosi, al trattamento e alla prevenzione di disordini meccanici muscolo scheletrici, delegando il Ministero della salute alla costituzione di un Albo dei Chiropratici entro mesi 6 dalla pubblicazione di detta legge. Si delega altresì il MIUR a creare un percorso accademico universitario italiano per la formazione dei futuri chiropratici.
Ad oggi non c’è ancora né un Albo né una Università italiana di Chiropratica. Questo purtroppo pone la professione a forte rischio di abusivismo, a danno del professionista e del paziente. Attualmente, quindi, se si vuole essere sicuri di essere in buone mani, accertarsi che il chiropratico a cui ci si rivolge abbia un diploma di laurea regolare, cioè abbia frequentato una università accredidata dal WFC (World Federation of Chiropractic):
https://www.wfc.org/website/index.php?option=com_content&view=article&id=141&Itemid=140&lang=en
Per completezza e curiosità del lettore, di seguito riportiamo una mappa sullo status legale della Chiropratica nei vari paesi del mondo:
Massimo riconoscimento. Regolamentazione con legge specifica
Buon riconoscimento. Non disciplinata da legge specifica ma dalla legge generale in materia sanitaria
Stato giuridico poco chiaro ma riconosciuta de facto
Stato giuridico poco chiaro e rischio in sanzioni penali